Tumore in gravidanza e nuove cure: la madre non deve sacrificarsi

Le donne che scoprono di avere un tumore in gravidanza scelgono spesso di mettere davanti a ogni cosa la salute del proprio bambino rifiutando le cure per loro stesse e rischiando così di sacrificare la propria vita. Con le nuove terapie è possibile garantire una speranza in più di curare la gestante senza interferire con la salute del bambino.
Ogni anno in Italia ci sono quasi 700 mila nuovi casi e spesso sono proprio quelli più eclatanti riportati dalla cronaca a mettere sotto i riflettori questo problema, come per il caso della 26enne di Salerno che, dopo aver scoperto di avere un tumore al cervello durante la gravidanza, ha rifiutato ogni cura per far nascere la sua bambina.
I medici specialisti però non ci stanno a minimizzare in questo modo il problema, in quanto è possibile evitare di scegliere tra la vita del bambino e quella della madre. Come dichiarato da Giorgia Mangili, responsabile dell’Oncologia Ginecologica all’ospedale San Raffaele di Milano, con le nuove terapie l'approccio alla cura della malattia è cambiato, infatti di fronte a una situazione di questo tipo il primo pensiero è quello di trovare un modo di curare la madre senza danneggiare il bambino. L'esperta precisa però che la presenza di un tumore in gravidanza è ancora un evento raro.
Il primo step importante per poter curare la mamma in dolce attesa è la diagnosi precoce, riuscire a scoprire il tumore quando è ancora piccolo e non ci sono metastasi, poiché in questa fase è possibile intervenire con terapie non troppo aggressive. Un altro fattore importante per curare il tumore scoperto in gravidanza è quello di rivolgersi a strutture preparate ad affrontare questo genere di situazioni, con specialisti in materia in grado trattare adeguatamente la paziente senza interferire con lo sviluppo del feto.
Nei prossimi anni i medici prevedono un amento dei casi di donne in gravidanza e affette da tumore, in particolar modo perché queste neoplasie tendono a colpire le donne in età fertile e, con l'avanzare dell'età in cui le donne iniziano una gravidanza, aumentano le probabilità che le gestanti abbiano un tumore. Il responsabile della Chirurgia Ginecologica dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano Francesco Raspagliesi riporta come nelle donne in dolce attesa si scopra in ritardo la presenza di un tumore: spesso non si svolgono la maggior parte degli esami diagnostici per paura di far male al bambino, anche se molti esami possono essere eseguiti senza rischi.
Per le donne in gravidanza è comunque possibile sottoporsi ai trattamenti chemioterapici anche dopo la fine del primo trimestre, alcuni dei farmaci usati per la chemioterapia infatti non sono controindicati in questo periodo. Attualmente i risultati disponibili mostrano che i bambini nati dopo che la madre è stata sottoposta alla chemio non hanno subito danni nello sviluppo cardiaco e cerebrale, ma è stato rilevato un innalzamento delle probabilità di parti pretermine e neonati con basso peso. Insomma questi dati sembrano portare nuove speranze alle mamme in attesa che scoprono di avere un tumore di vedere crescere il mio bambino.
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