Troppi esami e parti cesarei: i dati sulle gravidanze in Italia
A cura di: Redazione
In Italia le gravidanza subiscono un'eccessiva medicalizzazione e il tasso di ricorso al parto cesareo è in crescita.
L'Istat ha delineato il quadro sulle gravidanza in Italia, rilevando dati importanti relativi ai controlli medici e alla scelta di partorire con il cesareo, con numeri in forte crescita, come riportato dal corriere.it.
Troppi controlli medici
I dati dell'Istat relativi ai controlli medici hanno rilevato un eccesso di prestazioni diagnostiche, in particolare nel numero di ecografie. Nonostante il sistema sanitario nazionale preveda tre ecografie (comprese nell'esenzione) per tutto il corso della gravidanza, l'80% delle donne arriva a fare 7 o più ecografie. Dal 2000 a oggi l'incremento di chi fa 7 o più ecografie è stato notevole: si è passati da un 24% (nel 2000) al 38% nel 2013.
In generale, l'Istat ha rilevato che tra le donne che eccedono con questi controlli, la maggior parte sono seguite da ginecologi privati (45%); la percentuale scende per le donne seguite in consultorio (17%) o altre strutture pubbliche (28%).
Eccessiva medicalizzazione del parto
Un altro dato riguarda l'eccessivo intervento medico nel parto. Anche per le donne che hanno avuto un parto spontaneo, l'intervento dei medici è avvenuto nel 33% dei casi per rompere artificialmente le acque, nel 35% per praticare l'episiotomia e nel 22% dei casi somministrando ossitocina.
L'eccessivo ricorso al parto cesareo pone l'Italia al primo posto nell'Unione Europea: con una percentuale del 36% nel 2013, il nostro Paese supera la media europea del 27%.
Allattamento al seno in aumento
I dati Istat hanno evidenziato un aumento delle donne che allattano al seno, passate dall'81% del 2005 all'85,5% del 2013. Inoltre, è aumentata la durata del periodo di allattamento, che passa dai 6 mesi (dati del 2000) agli 8 mesi (nel 2013).
I consigli delle ostetriche e dei medici sono sempre utili per affrontare al meglio la gravidanza e il post parto. È quindi importante frequentare un corso preparto per acquisire una migliore consapevolezza del percorso di maternità, continuando con un sostegno professionale anche dopo la nascita del bambino per avere assistenza nell'allattamento o un supporto psicologico.
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