Se il bambino piange sempre è colpa della mamma ansiosa

A cura di: Redazione
I ricercatori dell’Università di Dresden in Germania hanno svelato che l’eccessiva ansia della mamma potrebbe ostacolare lo sviluppo armonico del bambino e portarlo a crisi di pianto frequenti.
Gli esperti hanno seguito 300 mamme in gravidanza e dopo il parto per cercare di capire il legame tra il pianto prolungato e ripetuto del bambino e i comportamenti della mamma.
Gli scienziati hanno concluso che se la mamma è molto ansiosa già dalla gravidanza, il bambino sarà più propenso alle crisi di pianto.
I risultati hanno messo in evidenza questa realtà, ovvero che il bambino piange tanto per colpa dell’ansia della mamma, che lo rende irritabile e con difficoltà nel consolarsi.
Un attaccamento sicuro e un atteggiamento più equilibrato della mamma possono rendere il bambino più sicuro di sé e più forte e trasmettono al piccolo la resilienza, ovvero la capacità di affrontare le difficoltà della vita.
I disturbi di ansia e depressione colpiscono il 16% di donne nel periodo della gravidanza e del post parto. Il 13% delle donne sperimenta questo disturbo subito dopo il parto, il 14% nei primi tre mesi e il 20% nel primo anno.
L’ansia in gravidanza può portare conseguenze negative sullo sviluppo fetale e la possibilità di manifestare depressione post partum. La maggiore difficoltà a individuare i disturbi di ansia durante i nove mesi è il fatto che sono presenti molti sintomi fisici e psichici che già fanno parte della gravidanza. Per esempio, nausea e vomito, ipermesi, malessere generale, affaticamento, insonnia, disturbi dell’alimentazione e gambe pesanti.
Le cure per i casi più lievi si basano sulla psicoterapia e sostegno emotivo con tecniche di rilassamento, per arrivare in casi più seri all’assunzione di farmaci.
Fonte:
bimbisaniebelli.it
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