Parto in casa, pratica in aumento: per i neonatologi è rischiosa

A cura di: Redazione
Il parto in casa, con l’assistenza di un’ostetrica ma senza medici, è una pratica che sta attirando sempre più gestanti secondo la Società Italiana di Neonatologia (Sin). La percentuale, però, è ancora molto bassa rispetto al totale dei neonati.
Questo dato è inferiore alla realtà perché non tiene conto delle nascite clandestine e delle donne di altre etnie, come i Rom che solitamente partoriscono in casa, o delle donne incinte che non sono in regola con il permesso di soggiorno.
I neonatologi, però, lanciano l’allarme, sottolineando che scegliere di non andare in ospedale per il parto significa mettere a rischio la salute del bambino e della mamma.
Per la maggior parte delle donne sane si tratta di una gravidanza a termine e di un parto fisiologico, che probabilmente non avrà alcun bisogno di un intervento medico. Anche in questi casi, però, bisogna tenere conto del fattore imprevisto.
Infatti, anche nelle condizioni ideali, non si può del tutto escludere la possibilità che si presentino complicazioni che potrebbero mettere a rischio la salute della gestante o del bambino e che implicherebbero, nel caso di parto in casa, un immediato trasferimento in ospedale.
Il trasferimento è un avvenimento particolarmente frequente per le donne che non hanno mai partorito, con un’incidenza del 40%, ed è meno frequente per le donne che hanno già partorito.
Con il parto in casa, inoltre, aumenta il rischio di patologie neonatali, se viene confrontato con un parto programmato in ospedale.
Solitamente le donne incinte scelgono di partorire in casa perché come ambiente è più confortevole ed intimo rispetto a quello ospedaliero. Bisogna precisare, però, che i Centri nascita pubblici e privati hanno fatto grandi passi avanti perché il parto possa avvenire in un ambiente familiare, con la presenza di entrambi i genitori, diminuendo al minimo la permanenza nella struttura sanitaria e mettendo in atto il roaming in (il bambino sta nella stanza insieme alla mamma).
La Società Italiana di Neonatologia afferma che il parto è un evento naturale e come tale deve essere vissuto, ma la situazione del sistema sanitario obbliga a sconsigliare questa scelta, pur condividendo le ragioni di chi vuole partorire in casa.
“Tra le mura domestiche, infatti, non sono garantite le misure di sicurezza necessarie in caso di problemi che possono subentrare. Per esempio non c’è una rete capillare di ambulanze e, quando questa è garantita, bisogna fare i conti con la vicinanza e raggiungibilità di Terapie intensive neonatali”.
Il parto in casa è molto diffuso in diversi Paesi, come l’Olanda, in cui avviene con una percentuale del 25% sul totale delle nascite.
In Canada, Australia, Nuova Zelanda e Regno Unito alcune associazioni ostetriche e ginecologiche supportano il parto in casa a domicilio in donne sane, con gravidanze senza complicazioni e a basso rischio.
Non esistono studi definitivi sulla pratica del parto in casa, ma solo analisi osservazionali con limiti metodologici: piccola dimensione del campione, mancanza di un gruppo di controllo adeguato,eterogeneità nelle competenze e nella formazione dell’assistente al parto, difficoltà a distinguere tra parti in casa pianificati e non.
La Sin spiega che le donne che vogliono partorire in casa devono essere correttamente informata su tutti i rischi e gli aspetti organizzativi e medici previsti sul territorio.
La Società Italiana di Neonatologia, come l’American Academy of Pediatrics e l’American College of Obstetricians and Gynecologists, ci tiene a sottolineare che l’ospedale è il posto più sicuro per far nascere un bambino.
Se una donna decide per il parto in casa le indicazioni dei neonatologi italiani per affrontarlo nelle migliori condizioni sono le seguenti:
- La donna deve essere informata su tutti i rischi del parto in casa e sull’organizzazione dello stesso a seconda della città;
- Deve essere garantito un trasporto rapido in ospedale per la mamma e il bambino con personale esperto e addestrato a manovre di rianimazione;
- Deve esserci un ospedale attrezzato facilmente raggiungibile;
- Occorre avvisare un ospedale con la terapia intensiva neonatale il più vicino possibile;
- La gestante deve rivolgersi ad un’ostetrica con grande esperienza sia in ospedale che a domicilio e che abbia una documentata capacità nelle manovre di rianimazione neonatale;
- È importante garantire a mamma e bambino tutte le cure e i controlli necessari dopo il parto;
Fonte:
corriere.it
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