Mezzo milione di lavoratrici subiscono mobbing per maternità
A cura di: Redazione
Un'indagine pubblicata da L'Espresso rivela che in Italia sono ancora troppi i casi di mobbing per maternità alle lavoratrici.
Quando si scopre di essere incinta ci può essere la paura di rivelarlo al datore di lavoro: non sempre, infatti, la notizia viene accolta con entusiasmo e alcuni datori di lavoro sembrano considerare che la donna ora sarà "meno produttiva".
L'Osservatorio Nazionale Mobbing ha rivelato che negli ultimi cinque anni nel nostro Paese si è registrato un aumento del 30% di casi di mobbing per maternità. Negli ultimi due anni 800mila donne sono state costrette a dimettersi o sono state addirittura licenziate, e sono almeno 350mila quelle che subiscono discriminazioni e mobbing per gravidanza.
Un altro dato rivelato dall'Osservatorio è che 4 donne su 10 sono costrette a dimettersi dal posto di lavoro a causa del mobbing post maternità. L'incidenza di questi casi si presenta nel 21% dei casi nelle regioni del Sud, 20% nel Nord Ovest e 18% nel Nord Est, con un particolare picco nelle principali città (con Milano a guidare la lista, seguita da Roma e Torino).
Per le donne che hanno figli il tasso di occupazione è di 14 punti in meno rispetto alle donne che non hanno bambini e circa il 14% delle madri abbandonano il lavoro durante il primo anno di vita del figlio. Maternità e licenziamento riguardano in generale tutte le categorie di lavoratrici, dagli avvocati alle cameriere, dalle dirigenti alle commesse.
In Italia esiste una legge che impedisce ai datori di lavoro di mandare via una lavoratrice in gravidanza o rientrata dalla maternità. Tuttavia sono molte le aziende che aspettano che sia la madre lavoratrice a dare le dimissioni. Sono molte le madri che decidono spesso di rinunciare a denunciare la situazione, scegliendo così di licenziarsi.
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L'inchiesta completa de L'Espresso si può trovare qui.