L’età giusta per scoprire la verità su Babbo Natale

A cura di: Redazione
Kathy McKay sulle pagine di The Lancet Psychiatry ha spiegato che anche noi adulti abbiamo un po’ bisogno di credere in Babbo Natale.
Per sopportare la vita adulta ci vuole un po’ di magia, tornare un po’ bambini almeno a Natale. Non dire la verità su Babbo Natale può essere pericoloso, perché quando i bambini capiranno che mamma e papà hanno mentito potrebbero sentirsi traditi e non fidarsi più dell’adulto.
Per questo ci vuole molto tatto nell’affrontare l’argomento.
Far vestire qualche parente da Babbo Natale andrebbe evitato. Si tratta di dare al bambino prove tangibili della sua esistenza e questo potrebbe rendere più difficile e doloroso accettare un giorno la verità. Soprattutto a partire dai tre anni è meglio far trovare i regali sotto l’albero proprio come se fosse una magia, senza che i piccoli vedano Babbo Natale.
A sei anni l’85% dei bambini crede ancora a Babbo Natale, ma già verso i sette anni iniziano ad avere qualche incertezza. I sospetti nascono tra i banchi di scuola, quando bambini con fratelli più grandi insinuano il dubbio. Non devono essere i genitori per primi a dire la verità, ma sarebbe meglio che la scoprissero da soli, per poi chiedere spiegazioni loro stessi.
Se i genitori si rendono conto che il bambino ha ancora bisogno di crederci ma gli amichetti gli hanno fatto venire qualche dubbio si può optare per una mezza verità. I genitori possono spiegare che Babbo Natale si fa aiutare da loro perché la consegna dei regali è impegnativa.
Spesso i bambini capiscono da soli che la storia di Babbo Natale non è reale. Se non fanno domande e vogliono continuare a crederci potrebbero facilmente essere presi in giro dagli amichetti, soprattutto dopo i nove anni e quindi può essere il caso di spiegargli delicatamente come stanno le cose. Bisogna anche riferire loro di non dirlo a chi ancora ci crede. Spesso i “segreti da grandi” creano soddisfazione nel bambino e questo può ripagare la forte delusione.
Alcuni bambini non vogliono abbandonare l’idea della presenza di Babbo Natale, anche se i genitori si rendono conto che sanno già la verità. In questo caso ci vuole un gioco delle parti, facendo intuire ai figli che i genitori sanno che loro sanno ma continuano a fingere che Babbo Natale esiste. In questo caso i bambini sapranno che in casa possono continuare a crederci, ma sapendo la verità non ne parleranno con gli altri e non verranno presi in giro. Così la magia in ambito familiare continua.
Il trauma per la scoperta della verità è raro e, se avviene, è molto breve. Difficilmente i bambini arrivano a mettere totalmente in discussione mamma e papà per questo motivo, ma per mantenere ancora la magia del Natale in casa si possono continuare alcune piccole tradizioni come quella dei regali che compaiono sotto l’albero il 25 Dicembre.
Si ci può comportare come se Babbo Natale esistesse davvero, anche se tutti sanno che non è così. Se si hanno dei figli più piccoli si può convincere il più grande a mantenere il segreto, facendolo sentire importante e responsabile.
I genitori possono raccontare ai figli la propria esperienza in modo da mettersi al loro stesso piano e condividere con loro le proprie emozioni. Questo può aiutarli a capire che non volevano tradirli o ingannarli, ma lasciargli semplicemente vivere una magia in cui loro stessi hanno creduto.
I bambini piano piano con piccoli indizi capiscono che Babbo Natale non esiste e quando decidono di esternare questa nuova consapevolezza vuol dire che hanno già assorbito il trauma. Quelli a patirci di più sono i genitori, che si sentono più tristi perché il Natale e i figli sono l’unico modo per sentirsi di nuovo un po’ bambini.
Fonte:
corriere.it
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