Le regole della maternità anticipata per gravidanza a rischio

A cura di: Redazione
Ogni gravidanza è diversa dall’altra. Esistono casi in cui le gestanti hanno la necessità di stare a riposo e, quindi, di rimanere a casa dal lavoro.
Sono situazioni particolari dovute a problemi di salute o legate all’ambiente in cui la futura mamma lavora.
La maternità anticipata, infatti, può essere richiesta per ragioni di salute accertate dal ginecologo, nel caso in cui vi sia un ambiente di lavoro che può essere nocivo per la salute della donna incinta e del suo bambino e nel caso in cui il lavoro preveda il sollevamento di pesi o dei particolari sforzi fisici che potrebbero essere pericolosi per la salute della mamma.
Le lavoratrici indipendenti, le donne in disoccupazione e le libere professioniste che versano i contributi alla Gestione Separata dell’Inps, possono usufruire della maternità anticipata, ma queste ultime possono solo in caso di problemi di salute.
In caso di gravidanza a rischio accertata dal ginecologo bisogna rivolgersi alla Asl, a cui bisogna portare il certificato di gravidanza, la documentazione medica del ginecologo che attesta la gravidanza a rischio e il documento di identità.
La Asl, che trattiene questi documenti, rilascia una fotocopia della domanda di maternità anticipata da presentare al proprio datore di lavoro.
Se la richiesta di maternità anticipata dipende dal lavoro pericoloso sia per l’ambiente che per la mansione può essere presentata anche dal datore di lavoro alla Direzione Territoriale del Lavoro competente.
La maternità anticipata viene pagata all’80% dall’Inps, ma il datore di lavoro può decidere di integrare arrivando anche al 100%.
Se si tratta di donne libere professioniste registrare alla Gestione Separata dell’Inps, invece, la maternità viene direttamente pagata dall’Ente previdenziale.
Fonte:
nostrofiglio.it
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