La pertosse nel bambino

A cura della Dott.ssa Luisa Gavazza e del Dr. Maurizio Cerutti – FarmaLeM
La pertosse è una malattia molto contagiosa. Viene trasmessa tramite il contatto con saliva e muco del paziente infetto.
Il batterio responsabile di questa malattia (Bordetella Pertussis) produce una tossina che causa lesioni alla mucosa dei bronchi e dei bronchioli con conseguente broncospasmo.
Il periodo di incubazione varia da un minimo di 5-6 giorni fino a un massimo di 20, ma spesso i primi sintomi compaiono a 7-10 giorni dal contagio.
Il decorso della malattia presenta varie fasi. Dapprima si manifestano sintomi relativi all'infezione delle alte vie respiratorie, con tosse leggera e raffreddore, ma senza, o quasi, rialzo febbrile.
In seguito gli accessi di tosse, oltre che di notte, diventano più frequenti anche di giorno fino ad arrivare, solitamente nella seconda settimana, a crisi di tosse convulsiva che possono causare anche vomito e cianosi. Tali accessi riducono la capacità di respirazione normale del soggetto e nei brevi istanti di pausa avviene spesso un'inspirazione molto violenta e l'aria, passando attraverso la gola contratta, determina il tipico "urlo".
Nei lattanti gli accessi di tosse possono arrivare anche a provocare crisi di soffocamento.
La fase appena descritta, detta "fase parossistica", dura solitamente dalle 2 alle 4 settimane, cui segue un periodo di convalescenza con accessi di tosse meno frequenti e meno violenti, fino ad una graduale estinzione della malattia.
Spesso si verifica però che ancora per mesi o addirittura per anni si ripresentino accessi di tosse con caratteristiche simili a quelli della malattia iniziale.
La contagiosità, molto elevata soprattutto nella prima fase, inizia al manifestarsi dei primi sintomi e può considerarsi esaurita dopo circa 3 settimane dall'esordio della malattia.
Non solo i neonati e i bambini sono a rischio di contagio ma anche gli adulti e soprattutto gli anziani.
Le complicanze più frequenti riguardano l'apparato respiratorio e sono otiti e bronchiti; in rari casi si può anche arrivare ad una broncopolmonite.
La prevenzione viene attuata soprattutto con il vaccino (solitamente in associazione a quello anti-tetanico e anti-difterico) somministrato in tre dosi a 3, 5 e 11 mesi di età, solitamente con una dose di richiamo verso i 5-6 anni.
La cura deve sempre essere di competenza del medico curante e può comprendere antibiotici specifici, sintomatici antitussivi e eventualmente anche un'integrazione della dieta con vitamine, soprattutto la vitamina C.
Un certo sollievo dagli accessi tossivi si può avere all'aria aperta e, sicuramente, potrebbe giovare un periodo di convalescenza in montagna.
Nei neonati sarà opportuno sollevarli dal lettino durante gli accessi di tosse per evitare crisi convulsive, ed eventualmente somministrare un sorso di acqua fresca per dare sollievo.
Molto importante sarà evitare il contatto con persone affette da raffreddore o influenza dato che un'eventuale sovrinfezione peggiorerebbe notevolmente la pertosse.
ATTENZIONE: Prima di intraprendere qualsiasi terapia rivolgersi sempre al medico