Il parto cesareo non è sempre la scelta migliore
A cura di: Redazione
Sophie McCartney, blogger e neomamma, sul suo profilo Facebook ha spiegato che il parto cesareo non è sempre la scelta migliore, anche se il parto naturale è molto doloroso. Molte donne pensano che il parto cesareo sia una buona via di uscita per affrontare il parto senza dolore, ma non è proprio così.
La blogger ha spiegato che dopo aver vissuto un parto cesareo, l’idea che possa essere la scelta meno dolorosa e più appropriata cambia.
Sophie ha scritto che si tratta di un vero e proprio intervento chirurgico, che viene effettuato da sveglie e che porta la conseguenza di non riuscire a sentire le proprie gambe per alcune ore. Le conseguenze del cesareo sono diverse, come il dover tenere il catetere, il dover indossare calze chirurgiche e la necessità di una supposta per riuscire a ripristinare le funzioni intestinali. Senza dimenticare la cicatrice di diversi centimetri che rimane sulla pancia.
Uno degli indicatori internazionali sulla Salute Riproduttiva, infatti, è proprio la percentuale dei parti effettuati con tagli cesareo. Secondo il regolamento del Ministero della Salute sugli standard quantitativi e qualitativi dell’assistenza medica la quota massima di cesarei primari per i reparti di maternità con 1000 parti l’anno del 25% mentre per le maternità con meno di 1000 parti l’anno è del 15%.
In Italia, dagli anni ’80, la percentuale dei parti cesarei è aumentata, mentre dal 2010 ad oggi è in diminuzione. Esiste, però, una variabilità tra regioni e strutture.
La dottoressa Luisa Loiudice, ginecologa ed esperta in riproduzione assistita al Centro Ivi di Roma, ha spiegato su Vanity Fair quando il cesareo è realmente necessario e quando sarebbe meglio evitarlo.
Il parto vaginale, quando non ci sono problemi, è la scelta migliore. Oggi c’è la possibilità di scegliere il parto cesareo, ma si tratta di un vero e proprio intervento. Il taglio cesareo può essere elettivo, quando la donna è al corrente che dovrà effettuarlo, o di urgenza, quando si verifica un evento improvviso che lo rende necessario.
Il parto cesareo viene consigliato quando il feto è messo in posizione podalica, ovvero con la testa verso l’alto, quando la donna ha subito un cesareo nei 15 mesi precedenti o due cesarei prima della gravidanza corrente. Il parto cesareo, inoltre, come sottolineato dall’esperta, è utile quando la mamma soffre di qualche patologia, come una miopia importante, problemi articolari, cardiopatie oppure patologie ostetriche.
È sempre importante ricordarsi che si tratta di un intervento chirurgico, anche se semplice, ma che può portare come tutti gli interventi delle complicanze. Può, per esempio, aumentare la possibilità di emorragie post parto, oppure di danni ad organi vicini.
Il parto fisiologico è la scelta migliore perché c’è il travaglio e durante il tempo di espulsione sia la mamma che il bambino producono degli ormoni che predispongono di apparati neurologico e cardiorespiratorio del piccolo ad adattarsi alle differenze tra la vita intrauterina e quella extrauterina.
Inoltre, la dottoressa ha spiegato che durante il parto vaginale il bambino entra in contatto con dei batteri della madre che lo proteggono da patologie allergiche o dermatiti.
L’indicazione principale è di effettuare il meno possibile dei tagli cesarei, ovvero solo nei casi in cui è strettamente necessario per problemi fisici. Ogni maternità deve garantire la possibilità di effettuare un parto vaginale, esclusi i casi con i requisiti per il parto cesareo.
Se la donna vive male l’idea di affrontare il parto spontaneo deve parlare con il proprio ginecologo. Il dialogo è molto importante, perché un medico può far vedere vantaggi e svantaggi delle due opzioni possibili. Ogni donna deve essere informata sui rischi del parto cesareo, perché se non si hanno i requisiti non è la scelta più corretta.
Fonte:
vanityfair.it
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