I casi in cui è meglio non allattare

A cura di: Redazione
Le neomamme, con il giusto sostegno e le corrette informazioni, possono allattare senza problemi. L’allattamento al seno è un argomento delicato per le donne. Alcune di loro ricorrono al latte artificiale per compensare la scarsa produzione di latte o perché devono tornare a lavorare e per questo vengono spesso colpevolizzate.
In realtà ogni donna deve fare le proprie scelte, anche se alcune volte queste scelte sono forzate da problemi di salute o situazioni delicate in cui l’allattamento al seno è sconsigliato, ma sono situazioni particolarmente rare.
Allattare è controindicato per ragioni mediche nei casi in cui il bambino sia affetto da rari errori di metabolismo (galattosemia, fenilchetonuria) o in caso di sieropositività della mamma al virus HIV/AIDS.
Esistono, inoltre, alcuni casi in cui l’allattamento al seno viene temporaneamente sconsigliato. Per esempio è meglio non allattare in caso di una lesione attiva da Herpes simplex sul capezzolo, di lesioni attive da Herpes zoster oppure nel caso di madri con tubercolosi attiva fino è contagiosa e il trattamento è in corso.
Anche nel caso in cui la mamma riceve radio-isotopi per diagnosi o terapia oppure antimetaboliti o chemioterapici è preferibile non allattare fino a quando questi farmaci vengono sospesi e il latte ne è libero.
I comuni problemi di salute, invece, possono tranquillamente essere trattati con farmaci compatibili con l’allattamento al seno. I farmaci da evitare mentre si allatta sono indicati in una lista specifica pubblicata periodicamente dall’Oms e dall’Unicef.
Nei casi in cui allattare è controindicato si può utilizzare il latte artificiale, che può essere liquido oppure in polvere.
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