Birth trauma: disturbo da stress per il parto

A cura di: Redazione
Non sempre il momento del parto è un momento felice e indimenticabile. A volte, disturbi e piccoli incidenti, possono creare veri e propri traumi, che sono particolarmente difficili da affrontare per le neomamme.
Si chiama Birth Trauma e si tratta di un disturbo da stress legato ad esperienze spiacevoli che avvengono durante la gravidanza o il parto.
Grazie al blog inglese “Every mum should know”, scritto da mamma Sarah, nel Regno Unito questo argomento ha ottenuto una grande visibilità, grazie alla condivisione di dubbi, ansie e problemi di una donna che desidera essere un’ottima mamma nonostante abbia vissuto un’esperienza di parto davvero terribile.
Il parto vissuto da Sarah è iniziato come ogni parto naturale, ma dopo diverse ore di travaglio si è trasformato in un parto assistito, in cui la donna si è trovata più volte di fronte al rischio di poter perdere il proprio bambino. Per fortuna, però, la gravidanza si è conclusa con successo.
La donna ha voluto parlare della sua esperienza per sensibilizzare tutti su questo argomento, in modo da rendere chiaro il fatto che non sempre il parto è un’esperienza piacevole, ma che non bisogna vergognarsi.
Esistono tante donne che si ritrovano a dover affrontare un birth trauma e nascondere il loro problema non fa che aumentare le conseguenze negative, sia per la donna che per il suo bambino.
Proprio per questo Sarah ha deciso di parlarne, come lei stessa ha spiegato alla Bbc, perché molte donne pensano di non avere alcun diritto di sentirsi traumatizzate visto che tornano a casa con un bambino che sta fortunatamente bene.
Le esperienze traumatiche possono provocare conseguenza per la psiche di ogni persona e, psicologicamente parlando, si tratta di disturbo da stress post traumatico, che porta panico, ansia, incubi, memorie ricorrenti, difficoltà nel dormire e nel concentrarsi, e uno sforzo costante e continuo nel cercare di non pensare all’evento in questione. Sono, per esempio, sintomi comuni tra i soldati che tornano dalla guerra, o tra i sopravvissuti ad incidenti o disastri.
Questo tipo di trauma, però, può colpire anche le donne in seguito ad un parto difficile, imbarazzante e scioccante. Il problema può essere affrontato con terapie adeguate, ma il passo più difficile è quello di ammettere di soffrirne e di non stare bene, cosa non sempre facile per le neomamme.
Una maggiore sensibilità da parte della società e delle donne può essere di grande aiuto, per questo in UK è stata istituita la “birth trauma awareness week”, settimana dedicata alla sensibilizzazione sul Birth Trauma. La settimana, che va dal 14 al 21 agosto, è promossa dalla Birth Trauma Association.
Lo stesso tipo di sensibilizzazione sarebbe molto utile anche in Italia, perché nel nostro Paese c’è una forte cultura della maternità e una particolare attenzione ai problemi e ai disturbi che devono affrontare le donne prima e dopo il parto.
Questo, però, si scontra con la mancanza dei mezzi del Servizio Sanitario Nazionale, come ha raccontato Maria Grazia Pellegrini, Ostetrica Capo dell’Ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina di Roma.
Il Birth Trauma è conosciuto dagli specialisti, ma senza un’assistenza domiciliare post parto devono essere le donne a chiedere aiuto in caso di bisogno. Pellegrini ha spiegato che i consultori dovrebbero occuparsi dell’assistenza territoriale dopo la gravidanza, ma non vi sono i mezzi.
“Per supplire a questa mancanza nel nostro ospedale abbiamo dei protocolli che ci aiutano a riconoscere le donne che hanno maggiori rischi di sviluppare disturbi al termine della gravidanza, e un servizio di puerperio domiciliare per seguire le pazienti a casa anche nei giorni successivi al parto”.
Non tutti gli ospedali, però, offrono servizi simili, per questo campagne di sensibilizzazioni come quelle inglesi potrebbero essere molto importanti per aiutare le neomamme e ricordare loro che ammettere di avere un problema è un importante passo per riuscire a risolverlo.
Fonte:
repubblica.it
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