I bambini non vogliono vedere il papà dopo il divorzio: come comportarsi
A cura di: Redazione
Durante le separazione può accadere che la decisione riguardo le visite del padre ai bambini non venga rispettata e che queste vengano ostacolate. In alcuni casi, a non voler vedere il padre sonoi figli stessi. Il padre che viene rifiutato può intraprendere due strade differenti.
La prima è più per la tutela dei figli, oltre ad essere più breve dal punto di vista legale. Si tratta di una consulenza medica sui minori e sui genitori. Sia la mamma che il papà devono essere d’accordo.
L’avvocato indica il consulente medico più opportuno e si può iniziare un percorso terapeutico per capire le ragioni per cui i bambini non vogliono vedere il padre. I minori vengono sottoposti a test della personalità e colloqui per valutare il motivo della loro decisione. I colloqui comprendono anche valutazioni mediche sia per i figli che per i genitori.
Se il consulente medico ritiene fondata la decisione dei bambini di non vedere il padre ne spiega le ragioni. In caso contrario deve trovare la giusta soluzione per farli riavvicinare. Può, per esempio, decidere che le due parti si vedano in presenza di uno psicologo, oppure indicare un percorso psicologico per il padre per capire come approcciarsi con i bambini. Una volta stabiliti gli accordi il padre può agire legalmente se non vengono rispettati.
Se non si trova un accordo tra i genitori il padre separato deve rivolgersi al tribunale per capire il motivo per cui i figli non vogliono frequentarlo. Non è un percorso facile, soprattutto per i bambini che sono costretti a sottoporsi ad esami psicologici e a colloqui con il giudice, ma a volte è necessario per mantenere un rapporto con il padre.
Il tribunale si serve di medici e psicologi per valutare la decisione. Questi ascoltano i bambini e approfondiscono le motivazioni del loro rifiuto. Inoltre, il giudice può decidere di sentire personalmente il minore per capire meglio il suo punto di vista. Questa fase è molto delicata e devono essere prese tutte le cautele del caso.
Per esempio con l’ascolto protetto, ovvero quando viene utilizzato un vetrospecchio in modo che i bambini possono parlare liberamente senza vedere chi li ascolta.
L’ascolto dei bambini da parte degli specialisti e del giudice è importantissimo.
Il rifiuto potrebbe dipendere dagli atteggiamenti della madre che possono influenzare i figli, e si parla di condotta alienante della madre che potrebbe avere il desiderio di ostacolare il rapporto dell’ex marito con i figli. Il padre separato deve riuscire a fornire delle prove per dimostrare che la madre mantiene delle condotte ostili.
Se il minore è un adolescente il giudice è più propenso a rispettare la sua volontà, in quanto ha un’età in cui è difficilmente influenzabile.
I giudici italiani in questi casi si rifanno alla giurisprudenza europea, ricordando che ai bambini non può essere imposto un legame con un genitore che non desiderano frequentare.
Se i figli non vogliono frequentare il padre perché non hanno mai avuto un rapporto o perché provano disagio o ansia non si può imporre nulla. È, però, possibile verificare se c’è la possibilità di un percorso di avvicinamento spontaneo con un sostegno psicologico.
Fonte:
laleggepertutti.it
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