Bambini e punizioni: sono davvero utili?

A cura di: Redazione
La punizione è una tipologia di intervento educativo che si basa sull'applicazione di un castigo da parte di un genitore o di un educatore nei confronti di un bambino.
Le motivazioni possono essere la disubbidienza, un brutto voto a scuola, parolacce, bugie, danno a degli oggetti o litigi violenti con fratelli e sorelle.
Solitamente la punizione prevede la scelta di privare il bambino di qualcosa a cui tiene molto. Ma esistono anche altri modi per punire: isolare il bambino in una stanza, imporre di fare qualcosa che non piace, privare della compagnia di un amichetto, negare la partecipazione ad un evento, rimproverare con toni duri.
Alcuni genitori usano anche le punizioni corporali, come una sculacciata, uno schiaffo o la privazione di un pasto.
Molto tempo fa le punizioni erano molto severe e spesso anche violente, soprattutto in età scolare. Un tempo era ritenuto opportuno punire i propri figli con questi metodi.
Con il passare degli anni fortunatamente le percosse sono andate scemando.
Attualmente le punizioni sono cambiate, passando da un approccio severo a modalità più morbide.
I contesti familiari con castighi severissimi, morali e corporali, ad oggi sono molto rari. Ogni contatto fisico violento viene largamente evitato, per fortuna. Esiste ancora qualche genitore che dà uno schiaffo ogni tanto, ma le punizioni sono decisamente cambiate.
L'opinione pubblica si è divisa a metà: da un lato chi sostiene che le punizioni siano utili e dall'altro chi la pensa in modo contrario.
Esistono degli studi recenti che sostengono che quando il bambino riceve la posizione persevererà lo stesso nel suo errore e che possa vivere un trauma, finendo a sua volta per punire in futuro.
Il bambino potrebbe provare rabbia e risentimento latenti verso chi lo ha punito, potrebbe sentirsi solo, tradito dalle persone che lo amano.
Le punizioni inducono i bambini a mentire, a fare le cose di nascosto per paura della reazione dei genitori. Il metodo punitivo può creare dei sensi di colpa nel bambino, facendo diminuire la sua autostima e rendendolo fragile ed insicuro.
Ad ogni castigo il piccolo rimane ferito e le ferite si trasformano in rancore verso chi lo ha punito. Tutto questo può far nascere aggressività, facendo diventare il bambino un adulto irascibile e intollerante.
Non ci sono solo i sostenitori delle punizioni e quelli che sono contrari, ma esistono anche genitori che sgridano i bambini con approccio critico, come alternativa alla punizione.
Educando il bambino facendolo ragionare su ciò che ha fatto si potrebbero ottenere dei risultati migliori. I genitori devono spingere i bambini a riflettere sugli errori, instaurare un rapporto di fiducia e spiegare le cose.
È meglio non cedere alla tentazione di punire, anche se può sembrare la decisione migliore. Il genitore deve ascoltare il proprio bambino e cercare di capire perché ha fatto una determinata cosa, pur non accettando le motivazioni.
È importante spiegare le conseguenze di ciò che ha commesso e aiutarlo a trovare le possibilità di rimediare. È importante l'ascolto reciproco che pone le basi per un equilibrato sviluppo psicologico del bambino.
I genitori devono instillare il seme del bene, della non violenza. È importante dare il buon esempio e costruire una buona comunicazione.
Fonte:
pianetamamma.it
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